ROY OSWALT C’E’, I PHILLIES PURE: NUOVA VITTORIA PER PHILADELPHIA

di DANIELE MATTIOLI

Articolo della rubrica dedicata al mondo MLB che racconta, utilizzando una foto, quello che è successo nel batti e corri USA.

Roy Oswalt c’è, i Phillies pure e Philadelphia vince la sua sesta partita della stagione. Successo dal valore doppio per gli uomini di Charlie Manuel, in quanto il 10 a 2 finale è arrivato contro i rivali degli Atlanta Braves. Ottimo Oswalt sul monte che ha lanciato sei riprese concedendo solo un punto di ERA e decisivo Carlos Ruiz. Del ricevitore di Philadelphia il Grande Slam che ha chiuso la partita al settimo inning.

NUOVA INTERVISTA A MATTEO D’ANGELO, GIUNTO ALL’ULTIMO ANNO DI COLLEGE IN USA CON I WINTHROP EAGLES

di DANIELE MATTIOLI

In occasione del terzo compleanno, il sito Grande Slam intervista Matteo D’Angelo, lanciatore ex Fortitudo Bologna, impegnato nell’ultimo anno di College USA con Winthrop. Parliamo con lui parlato degli obiettivi di questo 2011, del campionato dii Major League, del duo Liddi&Maestri e della Fortitudo Bologna.

Sarebbe il massimo per un giocatore chiudere la stagione vincendo la propria Divison di College e andare a giocare i Regionals. Diventerebbe ancora più bello se tutto ciò accadesse nel tuo ultimo anno di baseball universitario negli USA. Matteo D’Angelo sa benissimo tutto ciò. Il lanciatore, prodotto del vivaio di Latina, è infatti arrivato all’ultimo anno di college con l’Università di Winthrop e nel corso di questa intervista inedita al sito GrandeSlam racconta tutte i suoi obiettivi dell’annata 2011. Non solo. Insieme a Matteo D’Angelo parliamo anche del suo futuro, della Fortitudo Bologna, di come si stanno comportando Alex Liddi e Alessandro Maestri negli USA e del campionato di Major League, ormai in partenza. Buona Lettura!

DANIELE MATTIOLI: Dopo circa un anno e mezzo, eccoci di nuovo qui in tua compagnia Matteo. La prima domanda è semplice, ma sempre efficace. Come va la tua avventura negli States?
MATTEO D’ANGELO: Ciao Daniele, è un piacere rispondere alle tue domande. La mia esperienza sta andando bene anche se purtroppo sono al mio ultimo anno di college.

DANIELE MATTIOLI: Avete iniziato la stagione 2011 con il record di nove vittorie e undici sconfitte. Quali sono gli obiettivi della squadra per questa annata, che coincide anche con il tuo ultimo anno a Winthrop?
MATTEO D’ANGELO: Gli obiettivi per la squadra sono quelli di vincere la conference e ottenere la qualificazione per gli NCAA Regionals.

DANIELE MATTIOLI: Guardando i tuoi dati, sei partito con il record di due vinte e tre perse, ma, leggendo i tuoi dati si vede come questi siano influenzati dalla difesa non troppo eccezionale. In ogni caso, quando sarà al Top della Condizione Matteo D’Angelo?
MATTEO D’ANGELO: Spero presto, è frustrante non riuscire a vincere partite che sono alla portata. La difesa che fa qualche capriccio è un motivo in più per allenarsi più duramente e compensare gli errori con prestazione migliori. Ovviamente non è facile, però con la bella stagione sono convinto che ci sarà un salto di qualità.

DANIELE MATTIOLI: Parlando della scorsa stagione, nel 2010 sei stato inserito nella seconda squadra dell’All-Big South, ovvero della Division nella quale giocate. Un tuo commento a riguardo.
MATTEO D’ANGELO: E’ stato un buon risultato dato che non avevo iniziato la stagione nei migliori dei modi, ma non sono del tutto soddisfatto dato che il mio obiettivo era quello della prima squadra.

DANIELE MATTIOLI: Sempre nella passata stagione, hai stabilito tanti record personali, come ad esempio quello di tirare tre gare complete, di cui la prima nella partita contro Presbyterian College. Se dovessi scegliere tre momenti importanti dell’annata 2010, quali sarebbero?
MATTEO D’ANGELO: Le cose che ricordo in particolare sono il complete game shutout (gara completa senza subire punti NDI), una soddisfazione che non posso descrivere. E poi il secondo stretch dello scorso campionato dove ho lanciato 7+ inning per 5 partite di fila.

DANIELE MATTIOLI: Questo è il tuo ultimo anno al College, e di conseguenza anche la vita all’interno dell’Università sarà cambiata, rispetto agli inizi. Come ci si sente ora?
MATTEO D’ANGELO: Ci si sente vecchi (ride NDI) ahaha sono uno dei più vecchi nello spogliatoio, e con l’esperienza arrivano anche determinati privilegi che rendono la vita al college e all’interno della squadra molto più semplice.

DANIELE MATTIOLI: Arriviamo alla domanda più difficile, forse. Una volta concluso l’ultimo anno, cosa farà Matteo D’Angelo? Tenterà la strada del Draft in Major League oppure ritornerà in Italia?
MATTEO D’ANGELO: Sfortunatamente la strada del Draft non dipende da me, se potessi scegliere la mia decisione l’avrei già presa. In ogni modo se il baseball professionistico non dovrebbe funzionare la Fortitudo è sempre nel mio cuore. Il baseball mi ha dato grande gioie e opportunità, ma si avvicina anche il momento in cui bisogna decidere che strada percorrere e non sempre le due sono compatibili.

DANIELE MATTIOLI: A proposito di Italia, una battuta su quanto di buono fatto dalla Fortitudo nella scorsa stagione. Hai seguito la tua ex squadra nella vittoria della Coppa Campioni? Hai sentito qualcuno della formazione?
MATTEO D’ANGELO: Sì, seguo sempre la squadra su internet e sono contentissimo dei risultati ottenuti, ogni tanto ho un po’ di nostalgia ricordando i bei momenti trascorsi in Fortitudo. Mi sento con i ragazzi e con Nano (il Manager Marco Nanni NDI) tramite mail o Facebook, ed è sempre bello ricevere belle notizie dall’Italia.

DANIELE MATTIOLI: Parlando invece di baseball 2011, stai seguendo un po’ il mercato di Major League? Quale squadra ti sembra si sia mossa meglio sul mercato?
MATTEO D’ANGELO: Decisamente i Boston Red Sox hanno fatto una gran mossa con Carl Crawford. E i Texas Rangers che hanno firmato Beltre, così da avere più potenza nel loro lineup.

DANIELE MATTIOLI: Condividi anche te, l’idea che la finale delle prossime World Series sia tra i Philadelphia Phillies e i Boston Red Sox?
MATTEO D’ANGELO: Decisamente entrambe le squadre sono fortissime sulla carta, ma come tutti sappiamo è sempre il campo ad avere l’ultima. La stagione è molto lunga e non si sa mai: si potrebbero infilare i Minnesota Twins, gli Atlanta Braves o i New York Yankees.

DANIELE MATTIOLI: Parliamo di Major League e ti viene spontaneo il nome di Alex Liddi. Cosa ne pensi di quanto ha fatto nello Spring Training? E di Alessandro Maestri? Pensi che si riprenderà dopo la stagione “così così” dello scorso anno?
MATTEO D’ANGELO: Penso che Alex sia sulla strada giusta per entrare nella storia, sta facendo delle cose incredibili e tifo per lui! Per quanto riguarda Alemae (nickname di Alessandro Maestri NDI) penso che capiti a tutti di avere delle stagioni non troppo brillanti, credo anche lui abbia tutte le capacità per competere ai massimi livelli. Colgo l’occasione per fare un grosso in bocca al lupo ad entrambi e a tutti i ragazzi che sono in America per questa stagione 2011.

DANIELE MATTIOLI: Infine, visto che la stagione è nella parte centrale, cosa ti aspetti dalla parte rimanente?
MATTEO D’ANGELO: Mi aspetto una reazione da parte di tutta la squadra e una streak vincente. Dato che si tratta del mio ultimo campionato di college non sarebbe male riuscire a conquistare il titolo della Big South Conference ed accedere ai Regionals.

DANIELE MATTIOLI: Grazie per la disponibilità Matteo.
MATTEO D’ANGELO: Grazie a te.

DOPO LA PAUSA DELL’ALL STAR GAME, ECCO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE IN MAJOR LEAGUE

di RUBEN HERNANDEZ

In occasione dell’All Star Game giocato ad Anaheim, in California, con la vittoria della squadra della National League per 3 a 1 (MVP il ricevitore degli Atlanta Braves Brian McCan), si può tranquillamente dire che la Major League Baseball è arrivata al bivio di metà stagione.
In questa prima parte ci sono state tante situazioni e vicende interessanti, caratterizate da grandi sorprese sia in positivo, sia in negativo.

Partendo tra le sorprese in positivo si devono per forza citare i San Diego Padres, i Cincinnati Reds e i Texas Rangers, ovvero tutte squadre che partite contro i pronostici di inizio anno stanno facendo dei campionati da urlo e al momento si trovano in testa nelle rispettive Division. Per quanto riguarda i Texas Rangers, la squadra sta vivendo un grande momento grazie soprattuto ad un attacco da urlo (media battuta offensiva di squadra vicino a .290) e con l’arrivo sul monte di lancio di Cliff Lee dai Seattle Mariners, si può certamente parlare di squadra candidata alle World Series, in quanto Lee è il lanciatore numeuro uno (in gergo “l’Ace”) che mancava alla squadra. Si parla sempre di sorpresa, ma in questo caso meno “forte”, per descrivere la stagione dei Chicago White Sox. La squadra allenata da Ozzy Guillen ha infatti, dopo un lungo inseguimento (è stata distante dalla vetta anche 10 gare), occupato il primo posto della Division, superando i Minnesota Twins e i Detroit Tigers.

Sorprese sì, ma anche delusioni. Rientrano in quest’ultima categoria le stagioni da dimenticare dei Seattle Mariners e dei Chicago Cubs. L’ex squadra di Cliff Lee ha seri problemi in attacco, con il solo Ichiro Suzuki che batte più di .300 e la trade fatta con Texas, con l’arrivo nelle terre del Nord di giovani prospetti, significa che i Mariners stanno probabilmente pensando già al 2011. Per quanto riguarda i Cubs, la squadra ha avuto serie problemi in fase offensiva e non è servita, per il momento, l’ottima stagione di Carlos Silva sul monte. Derek Lee e compagni dovranno fare una seconda parte di stagione da urlo se voglio ambire alla Post Season.

Questo è per quando riguarda le formazioni. Se si parla invece dei giocatori che hanno fatto la differenza in questa prima parte di campionato, due sono i protagonisti indiscussi, almeno nel box di battuta: Josh Hamilton e Miguel Cabrera. L’esterno dei Texas Rangers ha battuto già 22 fuoricampo, con 68 RBI e una media battuta di .346, la stessa che tiene il prima base Cabrera dei Detroit Tigers. La stella di Detroit vanta, però, un numero maggior di punti battuti a casa (77), con gli stessi fuoricampo (22) ed una cosa è certa: si può parlare di lotta tra i due per vincere la Tripla Corona.
Parlando dei lanciatori, invece, si può senza ombra di dubbio evidenziare come questa prima parte di stagione sia stata storica per loro. Tre Perfect Game lanciati (voglio considerare anche quello di Gallaraga, oltre alle gare perfette di Dallas Braden e Roy Halladay) e la No Hit di Edwin Jackson, unico acuto per gli Arizona Diamondbacks in questa stagione. Ha siglato anche una partita senza subire valide Ubaldo Jimenez, lanciatore dei Colorado Rockies, e numero uno del campionato. Per lui 15 vittorie, una sola sconfitta con media ERA di 2.20 e la possibilità di arrivare a lanciare più di 30 partite in un anno in Regular Season. Da sottolineare anche l’ottima prova di David Price sul monte per i Tampa Bay Rays (autore di 12 vittorie) e di Josh Johnson per i Florida Marlins, che detiene il record come miglior ERA della Major League con 1,70.

Questo è quanto successo nella prima parte di stagione. Ora tutto diventerà molto più interessante. Le squadre giocheranno per vincere sempre sperando di ottenere il pass per i Play Off e in questo modo il livello delle sfide si alzerà ancora di più.

E’ TEMPO DI SPRING TRAINING IN AMERICA…E’ TEMPO DI GIUDIZI SUL MERCATO INVERNALE DELLE SQUADRE MLB

di RUBEN HERNANDEZ

Siamo arrivati in primavera e finalmente si torna a parlare di baseball e precisamente di Spring Training, dove tutte le squadre sfruttano questo periodo per prepararsi fisicamente e mentalmente, con l’obiettivo di prepararsi al meglio per l’inizio del campionato, cercando di diventare la squadra numero uno.

Si riparte dalla vittoria dei New York Yankees, che, dopo essere stati protagonisti nella stagione regolare, non hanno sprecato occasioni nel mercato invernale, e sono riusciti a migliore ancora la squadra con acqusiti importanti.
E’ arrivato dai Detroit Tigers l’esterno Curtis Granderson, pronto a sostituire Johnny Damon, che non ha trovato l’accordo econimico per rinnovare. Ottimo anche l’arrivo del lanciatore Javier Vasquez, autore di una super annata con gli Altlanta Braves nella passata stagione e che è stato scambiato per Melky Cabrera. Hanno aggiunto ulteriore esperienza alla squadra anche i veterani Randy Winn e Marcus Thames.

In questo mercato invernale, ci sono state quattro squadre che hanno ben lavorato e si sono subito inserite per contendere il titolo agli Yankees. Vediamole assieme:

SEATTLE MARINERS
Sono riusciti ad acquistare in uno scambio che ha visto coinvolti i Philadelphia Phillies e i Toronto Blue Jays, il “Generale”, ovvero Cliff Lee, lanciatore tra i migliori della lega. Il lanciatore mancino non è stato l’unico acquisto importante da parte dei Mariners.
La squadra di Seattle ha infatti preso anche l’esterno Milton Bradley, a cui spetterà il  compito di togliere il peso offensivo a Ichiro Suzuki e Josè Lopez. La mossa migliore è sicuramente quella di aver riconfermato Felix “The King” Hernandez, autore della migliore stagione in Major League, che gli ha permesso di giungere al secondo posto nella classifica del miglior lanciatore dell’American League, dietro a Zach Greinke dei Kansas City Royals.

BOSTON RED SOX
I rivali storici dei New York Yankees, devono riscattare la scorsa annata, dove non sono riusciti a raggiungere le World Series, in quanto eliminati da subito dai Los Angeles Angels. Hanno cercato di investire nel mercato invernale in quelle posizioni dove hanno notato carenze, e sebbene da una parte siano arrivati grandi elogi, dall’altra non sono mancate le critiche per il loro operato.
Il primo grande acquisto è stato quello di Marco Scutaro, ottimo interbase, dai Toronto Blue Jays. Il giocatore italo-americano va a ricoprire un ruolo nel quale i Red Sox non hanno mai fatto giocare un giocatore di ruolo negli ultimi tre anni
Un altro arrivo molto importante per i Red Sox è quello del lanciatore John Lackey proveniente dal mercato Free Agent. E’ senza ombra di dubbio uno dei migliori lanciatori della lega americana, uomo che può darti 7 inning a partita e 15 vittorie all’anno e che sarà di grande aiuto per Josh Backett e Jon Lester, i quali fanno dei Boston Red Sox una delle squadre con la miglior rotazione per il 2010

ST. LOUIS CARDINALS
L’anno scorso erano partiti male, ma con l’arrivo a metà stagione di Julio Lugo, Mark De Rosa e Matt Holliday, elemento chiave per la squadra, in quanto è andato a ricoprire il ruolo di cleanup dietro ad Albert Pujols, il migliore battitore della lega. Holliday è stato rifirmato proprio nel mercato attuale, a 100 milioni di dollari per i prossimi 7 anni. Senza ombra di dubbio, però, il punto di forza dei St.Louis è il monte di lancio, che vanta lanciatori di grande classe. Chris Carpenter è stato finalmente recuperato definitivamente dai suoi problemi fisici, Adam Wainwright che è diventato, nonostante l’età, un perno fisso della rotazione a tal punto da ottenere molti voti allo scorso Cy Young Award.
Non dimentichiamoci anche di Kyle Lohse, seppure poco costante ma capace di grandi prestazioni, e di Brad Penny, arrivato tramite il mercato dei Free Agent e che aiuterà molto uno dei più forti monti di lancio dell’intera MLB.

PHILADELPHIA PHILLIES
I finalisti delle World Series dello scorso anno (sconfitti in finale dai New York Yankees) e vincitori dell’edizione 2008 (battuti i Tampa Bay) hanno ceduto Cliff Lee, ma sono riusciti ad acquistare Roy Halladay, considerato dagli addetti ai lavori come uno dei migliori 3 lanciatori della lega, dai Toronto Blue Jays.
Nel mercato invernale è arrivato alla corte dei Philadelphia anche Placido Polanco, dominicano e importante battitore di contatto e molto costante in media battuta. Una delle sue doti è sicuramente la difesa, anche se da quest’anno non verrà più impiegato come seconda base (a Philadelphia, c’è un certo Chase Utley..), ma come terza base, ruolo che ha già ricoperto con buoni risultati.

Queste sono le quattro squadre che, a mio avviso, si sono mosse meglio nel mercato invernale e sono pronte a dar battaglia ai campioni in carica dei New York Yankees.
Occhio come sempre alle sorprese, pronte a ribaltare i pronostici, come è successo lo scorso anno, con i Colorado Rockies, qualificatisi contro ogni pronostico.
Inoltre un piccolo dato: tra tantissimi giocatori invitati al Training Camp, ben 136 sono venezuelani e potrebbero addirittura aumentare nel corso di questo mese di avvicinamento all’inizio della Major League 2010.

GOLDEN GLOVE: EMILIANO DELUCCA RITORNA CON I SUOI ARTICOLI E CI PORTA ALLA SCOPERA DI RANDY “THE BIG UNIT” JOHNSON

di EMILIANO DELUCCA

Una regola universale del baseball dice che un giocatore alto più di un metro e 93 non potrà mai diventare un grande lanciatore…
Ma in ogni regola che si rispetti c’è l’eccezione… in questo caso l’eccezione è alta 2,08 e si chiama Randy Johnson..
Randall David Johnson nasce a Walnut Creek,California, il 10 settembre 1963. Suo padre Bud fa il poliziotto mentre la madre Carol fa qualche lavoretto saltuario, soprattutto nel volontariato e si occupa del figlio.
Già da bambino Randy è molto alto e, come è logico che sia, il suo primo indirizzo sportivo è il basket, ma il suo sogno rimane il baseball.
E’ l’unico bambino durante le partitelle fra amici in grado di far “sibilare” la palla e dopo un po’ tutti gli altri ragazzini non vogliono più giocare con lui… non a causa della velocità dei lanci, ma per lo scarso controllo al lancio di Randy, il che fa diventare l’andare in battuta contro di lui una specie di roulette russa!
Il padre Bud decide di aiutarlo.. gli fa da ricevitore, gli disegna sul muro un’area di strike… Randy lancia la pallina contro quel muro per ore e ore tutti i giorni, tanto da farsi saltare via le unghie della mano sinistra a forza di impugnare la pallina.
Entra alla Livemore High School, dove eccelle nel basket e nel baseball. Il problema più grosso riguarda la sua uniforme.. tutti infatti lo prendono in giro perché i pantaloni gli arrivano al ginocchio e ad ogni lancio gli esce la maglietta dai pantaloni, tanto che viene costretto dagli arbitri a risistemarsi dopo ogni pallina lanciata.
Al termine del liceo viene scelto dai Braves, ma i genitori lo convincono ad andare al college,per migliorarsi sia per quanto riguarda lo sport sia per la sua istruzione.
Va alla USC in California. Dimostra una velocità impressionante, ben oltre le 90 miglia, ma non riesce a reggere la pressione quando i suoi lanci perdono un po’ di controllo durante le partite.
Ma la stoffa c’è e Montreal lo sceglie nell’86 con il numero 34.
Passa un paio d’anni nelle Minors per migliorare il controllo di palla e per cercare di governare le emozioni che lo fanno agitare, e sbagliare,durante le partite.
Passa fra i professionisti, dove viene considRandy ai Mariners / SIerato il più intimidatore fra i pitcher, a causa della stazza, del look, della velocità mostruosa della palla e anche della mancanza di controllo nei lanci…
Montreal allora decide di mandare Randy a Seattle (foto a destra, SI) in cambio di Mark Langston. Dal 1990 al1992 Randy guida la classifica delle basi ball concesse e dei colpiti. Contro Milwaukee riesce nell’impresa di subire 4 punti a fronte di una sola valida a causa di ben 10 basi ball in 4 inning!
Riesce anche ad ottenere successi incredibili però.. verrà ricordato infatti come l’unico mancino ad aver mandato strike out Wade Boggs tre volte nella stessa partita!
Nel ’93 Randy Johnson diventa finalmente quello che tutti conosciamo.. chiude la stagione con 19 vittorie e 8 sconfitte, 3,24 di ERA e la prima di sei stagioni con più di 300 K.
L’anno successivo vince il Cy Young Award grazie ad un record di 18-2, 2,48 di ERA e 249 K..la sua percentuale di vittorie (il 90%!!!) è la seconda di sempre nella storia della American League.
Nel 1998 la sua stagione è divisa a metà.. fino al 31 luglio gioca a Seattle, poi viene ceduto a Houston. In 11 partenze ottiene 10 vittorie e porta gli Astros alla postseason dove, nonostante le sue prestazioni eccezionali, non viene supportato dall’attacco e Houston deve così riporre i sogni di gloria nel cassetto.
Nel ‘99, firma da Free Agent per la giovanissima franchigia dei D’Backs  un contratto di 4 anni a 53 milioni di dollari e vince il Cy Young Award della NL per 4 anni di fila, dal 1999 al 2002.
Nel 2001 arriva ad Arizona anche Curt Schilling e insieme vinceranno le World Series contro gli Yankees.. è record per una franchigia che, a soli 4 anni dalla nascita, riesce a vincere il titolo mondiale.
Ma il 2001 è ricordato anche per il più strano episodio mai registrato in un campo da baseball. Durante lo Spring Training contro i Giants, Randy colpisce una colomba con la sua fastball.. il povero volatile si schianta morto per terra fra un mare di piume svolazzanti!!…quando si dice trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Per la cronaca, il lancio viene classificato “no pitch”.

Nel 2002 Big Unit vince per la quarta volta consecutiva il Cy Young Award e conclude la quinta stagione consecutiva con più di 300 strikeout, vince la Tripla Corona ed è l’unico pitcher nella storia della MLB ad ottenere un record di 24 partite vinte e 5 solo perse!
Nel 2003 salta la maggior parte della stagione a causa di un paio di fastidiosi infortuni, ma riesce comunque ad infrangere un record personale. Randy Randy / ESPNriesce a battere il primo fuoricampo della sua carriera contro i Brewers…una notevole soddisfazione per un lanciatore che ha una media battuta di .128!!
Ma l’anno successivo ha in serbo per Randy (foto a sinistra, ESPN) uno splendido regalo per i suoi 40 anni. Infatti il 18 maggio contro i Braves Big Unit gioca la sua “partita perfetta”, il 17esimo della storia a riuscirci, diventando il giocatore più anziano della storia ad avere lanciato un perfect game.
Poco più di un mese dopo mette strikeout Jeff Cirillo dei Padres e diventa il quarto pitcher della storia a mettere a segno 4000 K!
Purtroppo per Randy i suoi compagni in attacco non riescono a capitalizzare le sue prodezze sul monte e la stagione si chiude con 16 Randy Johnson / SIpartite vinte e 14 perse, cifre bugiarde che non mettono in luce lo splendido lavoro che Johnson ha fatto per tutta la stagione.
L’anno dopo passa agli Yankees. Randy  (foto a destra, SI)  è parecchio incostante sopratutto nella prima parte della stagione, mentre si riprende nella seconda. Purtroppo però durante gara 3 della ALDS contro gli Angels subisce 5 punti e due homerun in 3 inning e si trova addirittura relegato nel bullpen..infatti in gara 5 apparirà in campo come rilievo di Mussina, cosa che non gli succedeva dal 2001 quando rilevò Schilling durante gara7 delle World Series.
L’anno successivo comincia bene, ma Randy fatica a trovare la forma anche a causa di una fastidiosa ernia discale. Addirittura nei playoff si trova costretto a fare una epidurale per attenuare il dolore e poter così scendere in campo in gara 3 della ALDS.
Il dolore alla schiena diventa però insostenibile e Randy deve operarsi. Gli Yankees decidono di cederlo nuovamente ai D’Backs in cambio di 5 giovani prospetti.
Ritorna in campo il 24 aprile 2007 e dopo un paio di partite ritrova la forma migliore. Ma la sfortuna si accanisce e il disco già operato l’anno prima fa di nuovo “crack”.. si rende necessario un nuovo intervento e la stagione 2007 per Big Unit finisce qui.
Rientra il 14 aprile 2008 portando a termine una stagione da 11 vittorie e 10 sconfitte e il 6 luglio ottiene il suo strikeout numero 4700..non male per un Randy Johnson / SI“nonnino” di 44 anni e con due ernie del disco alle spalle!
Il 26 dicembre 2008 Randy firma un accordo per un anno con i Giants (foto a sinistra, SI) per la modica cifra di 8 milioni di dollari! Il 4 giugno di quest’anno diventa il 24esimo pitcher della storia a raggiungere le 300 vittorie in carriera, prima di essere messo in lista infortunati a causa di un problema alla spalla sinistra.
Big Unit tornerà sul monte? E se tornerà sarà ancora Big Unit oppure diventerà “Not-so-Big Unit”?
Gli amanti del baseball lo aspettano…una volta i grandi esperti dicevano che uno di 2 metri non sarebbe mai potuto diventare un grande pitcher…se abbiamo creduto a loro, perchè non credere nel ritorno di Randy Johnson???