JUAN FIGUEROA, EX STELLA DI FORTITUDO, SAN MARINO E GROSSETO, RIPARTE DALLA SERIE A FEDERALE CON PIACENZA

di DANIELE MATTIOLI

Dopo sei stagioni passate nel Campionato IBL con le casacche di Fortitudo Bologna, T&A San Marino e BBC Grosseto, Juan Figueroa è passato a lanciare in Serie A Federale dove sta giocando con il Piacenza Baseball. E continuando a vincere le partite con tanti strikeout.

Era rimasto senza squadra Juan Figueroa ad inizio stagione, dopo aver concluso il 2010 con la casacca del BBC Grosseto ed aver vinto la classifica la classifica degli strikeout con 92 nel campionato IBL. Poi il colpo di fulmine è arrivato. L’offerta di ingaggio era arrivata. Non da una squadra dell’Italian Baseball League, ma da una compagine di Serie A Federale. Juan Figueroa non ci ha pensato due volte ed ha subito accettato e nel giro di poche ore era già sul monte di lancio a lanciare. Il campo di gioco, però, non era più il “Gianni Falchi” di Bologna, dove il lanciatore ha vinto lo Scudetto nel 2005, nè sotto il Monte Titano, sua casa quando era a San Marino ed ha vinto Coppa Campioni e ancora una volta il titolo italiano. Non era più nemmeno la bella Maremma dove Figueroa ha lanciato nelle ultime due stagioni, ma la sua nuova casa è ora a Piacenza e precisamente al campo da gioco “De Benedetti”. La squadra piacentina presenta un buon roster (compaiono anche Anthony Coromato, ex Grosseto lo scorso anno e Willy Lucena tra le stelle della squadra) e l’aggiunta dell’ex Fortitudo Bologna è un motivo per puntare a fare bene in stagione.
Per ora Juan Figueroa si è ambientiato subito alla grande: tre partite lanciate con due vittorie e zero sconfitte, per una media PGL di 2.55. E gli strikeout realizzati? Già ventitre in quasi diciotto riprese lanciate. Dopo aver conquistato l’IBL, Figueroa va alla conquista della Serie A Federale. In bocca al lupo Juan!

RICHARD AUSTIN SI RITIRA DAL BASEBALL GIOCATO E DIVENTA MANAGER DEI ROCKFORD RIVERHAWKS

di DANIELE MATTIOLI

Richard Austin, ex stella della Fortitudo Bologna, ha deciso venerdì scorso di appendere guantone e mazza al chiodo. Il motivo? E’ stato nominato Manager dei Rockford Riverhawks, squadra di Independent League, dove è considerato una leggenda vivente.

Richard Austin è il nuovo Manager dei Rockford Riverhawks. In una conferenza stampa avvenuta nella giornata di venerdì, l’ex stella della Fortitudo Bologna ha annunciato il ritiro dal baseball giocato e ha accettato di ricoprire l’incarico di Capo Allenatore nella compagine dove è considerato come una leggenda vivente. Non a caso, infatti, il suo soprannome è di “Franchise” a testimoniare l’importanza dell’ex numero 25 della Fortitudo nella cittadina dello stato dell’Illinois.

Richard Austin sarà il quarto Manager della storia dei Rockford Riverhawks e prenderà il posto di Bob Koopmann, l’allenatore che nel 2004 portò la squadra al titolo. L’ex esterno biancoblù afferma “sono molto contento di questa nuova avventura. Devo ringraziare la città di Rockford e tutta la comunità per il sostegno che mi hanno dato in tutti questi anni vissuti qui da giocatore e non vedo l’ora di vedere i tifosi da una nuova prospettiva, quella di Manager della squadra“.
Austin ha ricevuto i complimenti anche da parte del Commissioner della Lega, Bill Lee che ha detto “Rich è dotato di grande classe ed è un ottimo elemento per la squadra. E’stato MVP della Lega e vedere giocatori cresciuti nel nostro campionato fare ritorno per allenare è veramente qualcosa di bello. E poi Richard è uno dei miei preferiti di tutti i tempi“. Tra 38 giorni vedremo se Austin saprà comportarsi ottimamente anche da Manager. In ogni caso, Good Luck Rich!

RICHARD AUSTIN E’ NOMINATO “MIGLIORE ESTERNO” DELLA STORIA DEI ROCKFORD RIVERHAWKS

di DANIELE MATTIOLI

Richard Austin vince l’importante riconoscimento di “Migliore Esterno” della storia dei Rockford RiverHawks. Per l’ex Fortitudo Bologna, un successo che spiega il perchè del suo soprannome “The Franchise”.

Richard Austin, ex stella della Fortitudo Bologna, è il migliore esterno della storia dei Rockford RiverHawks.
E’ stato un sondaggio, lanciato dal sito della squadra in occasione dei festeggiamenti della decima stagione di vita della società, a decretarlo.
Sono stati infatti circa 14.000 i voti dei tifosi della compagine americana a decidere il risultato, che vede l’ex numero 25 della Fortitudo vincere alla grande con il 39% delle preferenze, per un totale 5.648 voti. Dietro di lui, a completare il trio degli esterni scelti, troviamo Jason James e Tony Piggot.

Per Richard Austin è un risultato davvero importante e testimonia il perchè del soprannome “The Franchise”, l’uomo franchigia. Richard infatti ha ottenuto questo “nickname” in quanto è stato determinante nella vittoria del titolo del 2004 e ancora oggi esalta a suon di fuoricampo i tifosi dei Rockford RiverHawks, con i quali ha rinnovato il contratto per disputare anche la stagione 2011 con la loro casacca.

PARLIAMO DI BASEBALL CON MAURO MAZZOTTI, MANAGER DELLA TELEMARKET RIMINI E DELLA NAZIONALE SPAGNOLA

di DANIELE MATTIOLI

Si dice che chi non ha mai giocato o l’ha fatto per poco tempo, abbia difficoltà ad allenare una squadra, a maggior ragione se milita in un campionato nazionale o addirittura se si tratta di una nazionale.
Nel suo caso però si tratta di un eccezione, di una importante eccezione. Mauro Mazzotti, infatti, è partito praticamente da zero ma con grande capacità e dedizione per il suo lavoro è riuscito ad ottenere risultati che tutti gli allenatori vorrebero raggiungere: vincere quattro volte il Campionato Italiano e altrettante Coppe Nazionali, due Coppe delle Coppe, una Supercoppa Europea e Italiana. E’ inoltre diventato Manager della nazionale spagnola a testimonianza della sua bravura come allenatore.
E proprio Mauro Mazzotti, Manager della della Telemarket Rimini e della nazionale iberica, è l’intervistato della settimana.

DANIELE MATTIOLI: Ciao Mauro.
MAURO MAZZOTTI: Ciao a tutti.

DANIELE MATTIOLI: Iniziamo questa intervista parlando della stagione 2010 e in particolare di quella della tua Telemarket Rimini, che alleni. Se dovessi darle un giudizio, quale sarebbe?
MAURO MAZZOTTI: Fino adesso senza dubbio positivo, abbiamo lo stesso record dell’anno scorso al giro di boa, nonostante abbiamo cambiato fisionomia di squadra. 

DANIELE MATTIOLI: Dopo la qualificazione lo scorso anno alla Coppa Campioni, la squadra è stata modificata, con la partenza di giocatori come Rios, Coffie, Garcia e l’arrivo di Carvajal, Marquez e Brower. I giocatori si sono subito ambientati bene, come testimoniano i risultati sul campo.
MAURO MAZZOTTI: Con Carvajal abbiamo giocato sul sicuro, non avevo dubbi che avrebbe fatto bene essendo un esperto della nostra lega; Marquez abita in Germania e quindi anche con lui ero sicuro che si sarebbe trovato bene qui, anche se Enorbel credo debba ancora dimostrare tutto il suo vero valore.
Ed infine Brower che abbiamo trovato quasi ad inizio stagione. Era talmente tardi che non abbiamo neanche avuto il tempo di chiederci se con tanti anni passati in Major League come si sarebbe integrato qui da noi. Firmato, vistato, arrivato e subito “No Hit” (gara senza subire valide NDI) all’esordio contro il Grosseto. Beh, un bel biglietto da visita e dopo qualche mese mi sento anche di affermare che oltre ad essere un lanciatore di Major, è anche una persona di Major League.

DANIELE MATTIOLI: In occasione dello scorso fine settimana, hai incontrato la Fortitudo Bologna, sconfitta 2 a 1 nel trittico. Che giudizio ti sei fatto della squadra felsinea?
MAURO MAZZOTTI: La Fortitudo ha cambiato molto, ma è sempre lì vicina alla vetta e quindi questo sta a significare che la società ha lavorato bene. Vedrete che Bologna sarà protagonista fino alla fine anche quest’anno.

DANIELE MATTIOLI: Siamo già arrivati a metà stagione, chi vedi come favorite per l’accesso alla Post Season?
MAURO MAZZOTTI: C’è talmente poco distacco tra le prime sei squadre che è difficile dire chi andrà ai Play Off e chi ne rimarrà fuori. Posso solo sbilanciarmi nel dirti che secondo me tra quarta e la sesta non ci saranno più di 2-3 partite.

DANIELE MATTIOLI: E’ un anno importante questo per il nostro movimento. E’ infatti entrata in vigore la regola delle franchigie e il numero degli italiani in campo è aumentato a 6. Che pensiero ti sei fatto di questi cambiamenti?
MAURO MAZZOTTI: Le franchigie sono un’ottima idea se realmente le società collaborano unendo mezzi economici e tecnici altrimenti è solo una perdita di tempo. Nel mio modo di concepire il baseball vedo un roster unico con convocazioni settimanali nei 24 di A1, vedo chi non gioca nel trittico di IBL1 andare a fare dei turni in IBL2, ASI, NON ASI e stranieri compresi. E comunque abbiamo già visto qualche lanciatore di buon livello scendere in IBL2 per lanciare qualche inning in più. La regola dei 6 ASI in campo è una conseguenza.

DANIELE MATTIOLI: Ripercorriamo ora la tua carriera da Manager, iniziata nel 1984 come allenatore delle giovanili del Milano ’46. Avresti mai pensato di raggiungere, quando hai iniziato a svolgere questo incarico, questi grandi risultati?
MAURO MAZZOTTI: Ho sempre studiato e viaggiato per imparare e per conoscere meglio il gioco ed i suoi aspetti. Non essendo stato un gran giocatore, ho dovuto iniziare da zero ed ho dovuto guadagnarmi sul campo la credibilità da tecnico.

DANIELE MATTIOLI: Dal 1990 al 1993 sei stato Manager della Mediolanum Milano, dove hai conquistao 2 Coppa Italia, 2 Coppa delle Coppe ed 1 Super Coppa Europea. Che ricordi hai di quelle vittorie?
MAURO MAZZOTTI: Ho a cuore soprattutto la prima Coppa delle Coppe che abbiamo giocato in Svezia. E’ stata la più bella, soprattutto perché abbiamo dovuto battere Parma e Rotterdam per vincere il trofeo.

DANIELE MATTIOLI: Dopo essere passato per Rimini, dove hai vinto il tuo primo Scudetto nella stagione ’99, sei approdato in Fortitudo, dove hai lavorato per sei anni divenendo uno dei Manager più vincente della storia della squadra felsinea (255 vittorie). Quanta soddisfazione c’è stata nell’aver preso una squadra che era retrocessa in A2 ed era appena risalita in A1 e averla riportata sul tetto d’Italia per due volte e al vertice anche del batti e corri europeo?
MAURO MAZZOTTI: Bologna è stata una tappa fondamentale della mia carriera di tecnico. L’essere riuscito a creare una struttura che dura ancora nel tempo è sicuramente un gran vanto per me.

DANIELE MATTIOLI: Tante vittorie e tanti momenti passati in biancoblù. Se dovessi fare una tua top-three personale, quale sarebbe?
MAURO MAZZOTTI: Non è facile fare un elenco anche perché ci sarebbero tantissimi momenti e ricordi da menzionare. Però, senza metterli in ordine, non dimenticherò mai i 10 tifosi che all’alba ci aspettarono a Casteldebole nel 2000 quando tornammo da Nettuno con tre vittorie su tre gare e poi gli ultimi due out negli Scudetti. Nel 2003 quando Fabio Milano affronta Canate del Modena che batte un pop in foul che Sheldon prende al volo e l’urlo della gente nel 2005 all’ultimo strike out di Matos su Molinini.

DANIELE MATTIOLI: Nel 2005, dopo la vittoria dello Scudetto in Finale contro il San Marino, sei passato al BBC Grosseto dove hai allenato fino alla stagione 2008. Lasciando da parte le polemiche extra sportive, anche qui hai conquistato l’ennesimo titolo della tua carriera, sconfiggendo in Finale la Caffè Danesi Nettuno al termine di sette spettacolari gare.
MAURO MAZZOTTI: E’ stato uno spettacolo di pubblico, con 6-7 mila persone in gara 6 e gara 7. Sono state partite tiratissime fino alla 27 esima eliminazione con tanta, tanta tensione. 

DANIELE MATTIOLI: Manager di squadra di Club ma anche Manager di Nazionale, come testimonia il tuo incarico con la nazionale Spagnola. Si potrebbe dire di aver raggiunto l’apice in una carriera di un allenatore, ricoprendo anche il ruolo di commissario tecnico di una nazionale? E inoltre come riesci a conciliare questo doppio incarico?
MAURO MAZZOTTI: Non è facile ma ci riesco dedicandoci molto tempo. In Spagna vado una o due volte al mese ed inoltre ho 4 coaches che seguono delle partite concordate settimanalmente mandandomi dei report con i giudizi sui vari giocatori che sono di interesse nazionale. Poi di solito prima degli eventi internazionali facciamo dei raduni con rose allargate per poi scegliere il roster finale.

DANIELE MATTIOLI: E ora prima di concludere l’intervista, qualche piccola curiosità. Visto il tuo legame con la Major League, che squadra tifi? Il tuo giocatore preferito?
MAURO MAZZOTTI: Una volta tifavo per i Red Sox perché la prima volta che sono stato in America avevo passato molto tempo a Boston. Poi, però, col tempo mi sono sempre appassionato per la squadra dove lavoravo, quindi prima i Seattle Mariners e adesso gli Astros. Come giocatore preferito…facile Ichiro Suzuki, un superatleta in un fisico da persona “normale”.

DANIELE MATTIOLI: Grazie mille per la disponibilità.
MAURO MAZZOTTI: Grazie a te.

ROAD TO GROSSETO (2): GRANDI GIOCATE E TANTI SUCCESSI: ECCO A VOI DAVID RIGOLI, EX DI GROSSETO E BOLOGNA

di DANIELE MATTIOLI

In ogni sport ci sono giocatori discreti, buoni e ottimi, con gli ultimi che vengono propriamente definiti campioni. Il giocatore che abbiamo intervistato appartiene a quest’ultima categoria. Per lui, infatti, parlano i numerosi successi ottenuti e le ottime statistiche realizzate dall’anno dell’esordio in A1, nel 1990, con il Grosseto, fino a quello conclusivo del 2005 con la Fortitudo Bologna. Una media vita battuta di .313 (in 663 gare giocate), condita da 62 fuoricampo realizzati, ben 370 punti battuti a casa e soprattutto la bellezza di 354 basi rubate su 422 tentativi che ne hanno fatto il giocatore più veloce della storia del baseball italiano. Sono numeri degni di un campione. Sono i numeri di David Rigoli.

DANIELE MATTIOLI: Ciao David.
DAVID RIGOLI: Ciao a tutti.

DANIELE MATTIOLI: La prima domanda di questa intervista riguarda te. Fino a questo inverno eri il Team Manager del BBC Grosseto poi le dimissioni. Cosa è successo? Ora di cosa ti occupi?
DAVID RIGOLI: Quando sono stato chiamato a ricoprire il ruolo del General manager al Bbc Grosseto credevo che ci fosse la volontà da parte della società di dare una svolta al loro modo di operare e soprattutto di fare una programmazione di medio periodo che potesse riportare entusiasmo a tutti i livelli nei giocatori, nei settori giovanili e anche sugli spalti. Purtroppo la mia visione non era in linea con quella del presidente e allora ho deciso di farmi da parte e tornare ad essere un semplice appassionato che guarda le partite dalla tribuna.

DANIELE MATTIOLI: Nel prossimo fine settimana, allo Janella di Grosseto si andranno ad affrontare le tue due ex squadre: i padroni di casa del BBC Grosseto e la Fortitudo Baseball. Un tuo pronostico a riguardo?
DAVID RIGOLI: Fare pronostici è sempre difficile e credo che le due squadre in questo momento si equivalgono, per questo non so dire chi vincerà la serie, ma di sicuro non ci sarà la tripletta da parte di nessuna delle due squadre.

DANIELE MATTIOLI: La Fortitudo ha cambiato molto in questa off season, complice le partenze di alcuni grossi calibri, come Liverziani, Pantaleoni, Frignani e Austin, puntando su linea giovani. Cosa ne pensi?
DAVID RIGOLI: Penso che una società che ha dimostrato di saper vincere sia anche consapevole che i cicli costruiti con alcuni giocatori sono destinati a finire e che, prima che sia troppo tardi, è giusto investire su nuovi talenti in modo da crearne un altro il prima possibile, per questo credo che la società abbia fatto una scelta saggia che forse potrà non dare risultati immediati, ma che nel medio termine sicuramente darà i frutti attesi.

DANIELE MATTIOLI: A riguardo di nuovi arrivi in biancoblù, quale pensi sarà l’accoglienza che il pubblico grossetano riserverà ad Jairo Ramos Gizzi, bandiera della squadra toscana per molte stagioni?
DAVID RIGOLI: Jairo ha dato molto al Bbc Grosseto con il quale ha vinto 2 scudetti e una Coppa dei Campioni e la scelta di andare via da Grosseto è da imputare più alla volontà della società che a quella del giocatore. Nonostante il suo rapporto di amore e odio con il pubblico di Grosseto credo che Ramos sia un grande giocatore e non si lascerà influenzare dall’accoglienza che il pubblico di Grosseto gli riserverà, qualunque essa sia.

DANIELE MATTIOLI: Sempre riguardo alla squadra allenata da Marco Nanni, il 10 aprile 2010 Fabio Betto ha ottenuto la vittoria numero 100 della sua carriera. Un tuo commento a riguardo.
DAVID RIGOLI: Lunedì scorso ho chiamato Fabio per complimentarmi con lui per lo splendido risultato che ha raggiunto, soprattutto perché la sua carriera è passata attraverso momenti di forte difficoltà, più volte è stato dato per finito, come se non avesse più niente da dare, ma grazie al suo carattere tenace ha saputo reagire sempre da grande campione per questo credo che si meriti pienamente tutti i successi che ha raggiunto nella sua carriera.

DANIELE MATTIOLI: Passando invece dalla sponda dei padroni di casa, cosa ne pensi della squadra allestita che ha il compito di riscattare la difficile annata del 2009?
DAVID RIGOLI: Personalmente avrei fatto scelte diverse, con un programma che aveva ambizioni di medio termine e non di breve, come invece sono state fatte dal BBC. Detto questo credo il Grosseto ha nel reparto lanciatori il suo punto di forza, anche se ha perso un giocatore importante come Oberto, per quanto riguarda il resto della squadra è sicuramente un buon gruppo di giocatori che, se riescono a trovare i giusti stimoli, saranno in grado di lottare fino in fondo, non credo però che tutti i problemi che si sono manifestati l’anno scorso siano stati risolti e questo potrebbe essere sicuramente un grande limite per arrivare in finale.

DANIELE MATTIOLI: Parlando invece del campionato, chi vedi tra le favorite per la vittoria finale?
DAVID RIGOLI: Considerato che si gioca un campionato a 8 squadre e che già oggi la classica è divisa in due tronconi con sei squadre che lottano per i playoff e due che non hanno particolari ambizioni, non è mai facile fare un pronostico, ma penso che le candidate allo scudetto possono essere Rimini, Bologna, Nettuno e San Marino.

DANIELE MATTIOLI: E’ un anno importante questo per il nostro movimento. E’ infatti entrata in vigore la regola delle franchigie e il numero degli italiani in campo è aumentato a 6. Che pensiero ti sei fatto di questi cambiamenti?
DAVID RIGOLI: Personalmente, come consigliere federale, ho partecipato attivamente per la realizzazione di questo tipo di campionato e credo che sia l’unica soluzione per riportare interesse nel Baseball. Certamente le regole che abbiamo introdotto sono tutte rivolte al miglioramento del nostro sport, ma se non saranno condivise dagli attori principali, atleti, tecnici e dirigenti è ovvio che anche così sarà difficile che si ottengano grandi cambiamenti.

DANIELE MATTIOLI: Visto che il paragone alla MLB è ovvio per quanto riguarda le Franchigie, due piccole curiosità: che squadra tifi in Major League? Il tuo giocatore preferito?
DAVID RIGOLI: Onestamente non ho mai avuto una squadra per la quale tifare in modo particolare, diciamo che ho sempre avuto un occhio di riguardo per gli Atlanta Braves perché il giocatore al quale mi sono sempre ispirato è Chipper Jones.

DANIELE MATTIOLI: Ripercorriamo ora la tua carriera sin dagli inizi. Chi ti ha fatto conoscere il meraviglioso gioco del baseball? Dove e a che età hai esordito? Chi era il tuo giocatore preferito?
DAVID RIGOLI: Il gioco del baseball l’ho conosciuto perché la scuola che frequentavo era proprio dietro lo stadio e soprattutto perché in quel periodo il baseball a Grosseto era giocato ovunque e quindi è stato quasi inevitabile iniziare, devo dire però che è stato un amore a prima vista.
Ho esordito nel 1990 con il Grosseto, quell’anno ho fatto solo poche apparizioni al piatto, l’anno successivo invece sono diventato titolare. Il giocatore che ammiravo di più da ragazzo era Giammario Costa, un vero idolo prima, un amico adesso.

DANIELE MATTIOLI: Prima di arrivare in Fortitudo nel 2003, hai giocato a Grosseto e a Parma. Che ricordi hai di queste esperienze?
DAVID RIGOLI: Senza dubbio l’esperienza più importante e quella che mi ha permesso di farmi conoscere è stata quella di Parma dove ho vissuto i tre anni più belli della mia carriera sportiva e non solo, è stata un’esperienza che mi ha permesso di confrontarmi con i migliori giocatori di quel periodo che per la maggior parte erano anche i miei compagni di squadra. Grosseto è stato un rapporto di amore e odio, ho sempre avuto un rapporto ottimo con tutti i miei compagni di squadra, ma più volte non sono stato in sintonia con la dirigenza da qui il motivo per cui me ne sono andato per due volte a giocare in atre squadre.

DANIELE MATTIOLI: Nel 2003 eccoti a Bologna, dove vinci subito lo Scudetto da protagonista.
DAVID RIGOLI: Per quanto riguarda Bologna è stata un’esperienza molto bella, soprattutto perché affrontata insieme a dei compagni di squadra che, prima di tutto, erano degli amici e ho trovato una dirigenza con la quale ho instaurato da subito un ottimo rapporto. Ovviamente la ricordo con piacere anche perché è stata l’ultima squadra con la quale ho giocato.

DANIELE MATTIOLI: Due anni più tardi, c’è il bis con la vittoria in gara 7 di fronte ad un Gianni Falchi strapieno. Che emozione è stata quella di vincere il tricolore davanti a 4000 persone?
DAVID RIGOLI: Sicuramente ogni finale scudetto ha il suo fascino, ma sicuramente quella finale è stata speciale sia per la presenza del pubblico che ci ha supportato sia perché abbiamo recuperato una serie che ci vedeva indietro 3 a 2.

DANIELE MATTIOLI: Sempre in quell’anno, è arrivata la tua decisione di appendere il guantone al chiodo. Hai un pò di rammarico, visto che il tuo ritiro è arrivato a 33 anni, età che nel baseball non si può ritenere certamente elevata?
DAVID RIGOLI: La decisione del mio ritiro è maturata durante l’ultimo anno di attività, infatti, i problemi alla schiena erano diventati troppo importanti e questo non mi permetteva di esprimermi ai livelli che volevo. Certo smettere di giocare non è stato facile, ma sicuramente dopo ormai 15 credo che sia stata la decisione giusta.

DANIELE MATTIOLI: Dopo il tuo addio dai campi di gioco, è arrivata l’incarico da opinionista per il programma Extra-Inning, in onda sul canale Teletirreno.
DAVID RIGOLI: Più che un incarico quello di Teletirreno è stato un divertimento, anche perché sia i conduttori sia il direttore sono degli amici e quindi alla loro richiesta di un mio coinvolgimento nel programma, ho dato subito la mia disponibilità. Credo che quella trasmissione sia stata un’esperienza importante che mi ha fatto conoscere un altro modo di vedere il baseball, non più come attore principale, ma bensì come osservatore.

DANIELE MATTIOLI: Ed eccoci arrivati all’ultima domanda della nostra intervista. Detieni il record di basi rubate nella storia della campionato italiano. Cosa si prova ad essere nella storia, vittorie di squadra a parte, di questo sport?
DAVID RIGOLI: Non ho mai giocato per battere dei record, soprattutto perché il baseball è un gioco di squadra e quello che conta alla fine è il risultato del collettivo. In ogni caso sono certamente orgoglioso di essere riuscito nella mia carriera ha raggiungere un traguardo importante, sono consapevole anche del fatto che questo record è stato il frutto di molto impegno, dedizione e collaborazione da parte dei compagni di squadra che mi hanno aiutato nel corso della mia carriera.

DANIELE MATTIOLI: Grazie mille per la disponibilità.
DAVID RIGOLI: Grazie a te.

LA T&A SAN MARINO PASSA AL FALCHI PER 5 A 0. IL COMMENTO ALLA PARTITA DI GIOVANNI PANTALEONI, EX DELLA GARA

di DANIELE MATTIOLI

Dopo la tripletta contro la De Angelis Godo, è arrivata la prima sconfitta della stagione per la Fortitudo Bologna. Il San Marino ha infatti espugnato il Gianni Falchi con il punteggio di 5 a 0, frutto di una grande prestazione sul monte sanmarinese di Vicente Bonilla (7.0 IP, 2 H, 3 BB e 6 K) e di un attacco molto presente. Dalla parte della Fortitudo, Matos non ha vissuto la sua miglior serata (6.1 IP, 9 H, 2 BB e 3 K, 3 ERA), ma senza dubbio non è stato aiutato dall’attacco, che è riuscito a battere solamente quattro valide in tutta la serata, di cui due al nono inning.

Il San Marino è passato in vantaggio alla seconda ripresa, grazie al doppio di Duran che ha portato a casa Albanese. Subito dopo è stata la valida di De Biase a permettere di segnare il punto numero due al compagno di squadra. Al terzo inning è stata la valida di Granato a portare a tre le segnature degli ospiti.
Alla nona ripresa, poi, il San Marino ha siglato altri due punti sul rilievo di Moreno, autore comunque di una buona gara, ed espulso dall’incontro per essersi “lamentato” (leggermente) dell’arbitraggio a casa base del Signor Screti, che gli aveva tolto lo strike out su Jansen, autore poi della valida da due punti. E per il lanciatore della Fortitudo arriverà sicuramente la squalifica e la conseguente assenza nel fine settimana contro il Paternò.

IL COMMENTO Oltre a rappresentare la prima sconfitta dell’anno per la Fortitudo, quella di ieri sera è stata la gara del ritorno a Bologna di Giovanni Pantaleoni, passato dopo sei stagioni in biancoblù, al San Marino.
E’ stato sicuramente difficile ritornare qui al Falchi” dice Pantaleoni al sito Grandeslam “ma il calendario ha voluto che fosse subito e così è stato più facile e anche l’accoglienza nè troppo calda nè troppo fredda del pubblico ha agevolato il tutto“.
E’ stata una partita che il San Marino ha saputo gestire bene sin dalla partenza “sì, siamo stati bravi ma devo dirti che mi aspettavo una gara con un punteggio più stretto, anche se la Fortitudo ha avuto la possibilità di impattare il risultato fino alla fine“. E’ sembrato un Pantaleoni da subito integrato, come si addice ai grandi giocatori, al San Marino “mi sono trovato bene e credo che la nostra sia una bella squadra, dove è stato fatto un giusto “mix” tra veterani e giovani. Appena arrivato mi sono accorto subito della mentalità vincente in formazione“.
Il giocatore originario di Cupramontana commenta anche l’off season della Fortitudo “ha fatto delle mosse interessanti e se forse c’è ancora qualcosina da mettere apposto, ha allestito una squadra molto buona. Il monte di lancio è tra i migliori e se uno o due dei giovani arrivati dovesse fare il salto di qualità, la Fortitudo diventerebbe molto fastidiosa“.
Sempre riguardo alla sua ex squadra e alla sua lunga militanza in Fortitudo, una cosa che Pantaleoni non dimenticherà certamente, sarà “il bellissimo clima all’interno della squadra. Assolutamente questo. E anche l’obiettivo comune di lottare per il collettivo dai veterani ai giovani, passando per gli stranieri che sono sempre arrivati con lo spirito di squadra e mai con quello di pensare solamente a loro stessi“.

DA GROSSETO A PARMA, PASSANDO PER RHO, NETTUNO E BOLOGNA: ECCO A VOI MANUEL GASPARRI

di DANIELE MATTIOLI

All’appello manca solo Rimini e poi avrà praticamente giocato in tutte le squadre “storiche” del baseball italiano. Dopo Grosseto, Nettuno e Bologna, sta per affrontare una nuova ed importante avventura in quel di Parma, dove cercherà di portare tutta la sua bravura ed esperienza per aiutare il club ducale a raggiungere la post season per il secondo anno consecutivo. In sua compagnia abbiamo parlato della sua off season e della sua carriera, compresa la sua esperienza alla Fortitudo Bologna. Ecco a voi l’intervistato della settimana, Manuel Gasparri.

DANIELE MATTIOLI: Ciao Manny.
MANUEL GASPARRI: Ciao a tutti.

DANIELE MATTIOLI: La prima domanda di questa intervista riguarda la tua off season. In questo mercato invernale infatti ti sei spostato da Nettuno a Parma. Cosa ti ha spinto a questa scelta?
MANUEL GASPARRI: Niente di particolare. Non c’era più l’occasione di rimanere a Nettuno, colpa anche della mia stagione non brillantissima e ho accettato l’offerta del Parma, che già in passato mi aveva cercato più di una volta.

DANIELE MATTIOLI: Il Cariparma ha poi, sempre dal Nettuno, prelevato anche Juan Camlio.
MANUEL GASPARRI: Sì, è stata una notizia che mi ha sorpreso notevolmente. Quando ho lasciato Nettuno, pensavo che l’ultimo giocatore che se ne sarebbe andato dalla Caffè Danesi sarebbe stato Juan. Invece non è stato così.

DANIELE MATTIOLI: Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza? E poi quali sono le aspettative del Parma?
MANUEL GASPARRI: Per quanto riguarda il sottoscritto, devo cercare di riscattare la stagione dello scorso anno, che è stata una delle peggiori. Per quanto riguarda il Parma continuare a fare bene. L’anno scorso è arrivato alla Post Season e quindi il nostro obiettivo di questa stagione sarà di raggiungere nuovamente i playoff.

DANIELE MATTIOLI: Hai chiamato in causa la stagione passata, che ha visto il tuo ritorno, dopo due anni passati a Bologna, a Nettuno. E’ stata una stagione in chiaroscuro per voi. Acuto in Coppa Campioni, che avete vinto, e poi, però, solo delusioni: mancata qualificazione alla post season e eliminazione in Coppa Italia. Cosa vi è mancato?
MANUEL GASPARRI: E’ mancato il carattere nettunese e soprattutto i giocatori chiave, compreso me, nel momento del bisogno. E’ un peccato perchè sulla carta potevamo competere con la Fortitudo, e invece non è andata così.

DANIELE MATTIOLI: A proposito di Coppa Campioni, però, il tuo apporto è stato fondamentale. In finale, proprio contro la Fortitudo Bologna, singolo decisivo nel secondo inning e Mazzanti che segna il punto del vantaggio, risultato poi decisivo. Cosa si prova ad essere stato il match winner di una gara di così grande valore?
MANUEL GASPARRI: Sicuramente è stata una grande soddisfazione perchè ha riscattato in parte la mia stagione. I problemi alla schiena e la difficoltà ad allenarmi bene e con la squadra infatti sono stati tra cause maggiori di questa mia annata deludente.

DANIELE MATTIOLI: Collegandoci alla Coppa Campioni 2009, tocchiamo l’argometo Fortitudo Bologna, squadra dove tu hai militato nelle annate 2007 e 2008. La squadra allenata da Marco Nanni ha vinto il titolo di Campione d’Italia. Quale è stato secondo te l’elemento chiavo di questo successo per te?
MANUEL GASPARRI: Ho rivisto la Fortitudo del 2008, quella del record di vittorie consecutive (16, compresa la celeberrima tripletta a Grosseto NDI), che non si è spenta prima dei playoff come successo, ma anzi ha alzato ancor di più il livello nella parte decisiva. E’ cambiato l’epilogo.

DANIELE MATTIOLI: Sempre a proposito di Fortitudo, che ricordi hai di questa tua esperienza in biancoblù?
MANUEL GASPARRI: Sicuarmente positivi, soprattutto nei due gironi d’andata dove eravamo quasi imbattibili. Sono stato sfortunato per via dei due infortuni che mi sono accorsi (al polso e al ginocchio) e che non mi hanno permesso di poter essere al top nel momento più importante della stagione.

DANIELE MATTIOLI: Questo sarà un anno importante per il baseball italiano, a causa della nascita delle franchigie e della regola dei sei giocatori ASI (di scuola italiana) in campo a partita. Che idea te ne sei fatto a riguardo?
MANUEL GASPARRI: Per quanto riguarda le franchigie credo che si sia venuto a creare un campionato di riguardo, dove le altre squadre giocano il campionato federale che non porta, praticamente, a nulla. E così non si ha nessun nesso tra IBL e il campionato federale. Inoltre penso che l’idea di professionismo sia ancora lontana dall’essere realizzata.
La scelta riguardante gli italiani in campo, mi sembra giusta ma nello stesso tempo mette in difficoltà le squadre che a quanto sembra non hanno nomi validi per sopperire alle mancanze in campo, con la conseguenza che alla fine sono sempre gli stessi giocatori, come me o altri, ad esempio, a girare tra le varie formazioni.

DANIELE MATTIOLI: E infine due o tre curiosità per concludere l’intervista. Chi ti ha fatto conoscere il meraviglioso gioco del baseball? Chi era il tuo giocatore preferito da piccolo? Che squadra tifi di MLB?
MANUEL GASPARRI: Ho iniziato a giocare a 8/10 anni, seguendo le orme di mio padre anche lui giocatore. Non ho mai avuto un idolo in particolare da piccolo, ma mi ricordo che mi piaceva vedere giocare i vari Trinci, Bianchi e Ceccaroli allo stadio e sono stato, tra le altre cose, fortunato per averci giocato contro (sorride). Per quanto riguarda la Major League, simpatizzo New York Yankees e, dopo nove anni di digiuno, sono finalmente contento che siano ritornati al titolo, trascinati ancora una volta dal grande Derek Jeter, mio giocatore preferito in MLB.

DANIELE MATTIOLI: Grazie mille per la disponibilità.
MANUEL GASPARRI: Grazie a te.

SCONTRO PER IL PRIMATO TRA FORTITUDO E RIMINI. NE PARLIAMO CON STEFANO BAZZARINI, EX LANCIATORE DI ENTRAMBE LE SQUADRE

di GIDEON 12

Ci si gioca il primato nel trittico in corso di svolgimento in questo fine settimana. Rimini contro Bologna. Mauro Mazzotti contro Marco Nanni, Claudio Liverziani contro Mario Chiarini, Richard Austin contro Ivanon Coffie, Eddy Garabito contro Eddy Rios. Sono solo alcune delle sfide fra gli assi su cui si giocherà l’esito del weekend tra le prime due squadre in classifica. C’è rammarico per l’esito della prima gara, giocata giovedì sera a Rimini, dove la Fortitudo ha perso 4 a 2 e dove gli arbitri sono stati (ancora una volta) protagonisti in negativo con discutibili chiamate effettuate, ma ci sono altre due partite da giocare e in caso di doppia vittoria Fortitudo ci sarebbe l’aggancio alla vetta della classifica per Frignani e compagni. Si gioca stasera e domani sera al Gianni Falchi, inizio ore 21.00.

In occasione della sfida tra la Telemarket Rimini e la nostra Fortitudo, abbiamo intervistato Stefano Bazzarini, ex lanciatore di ambedue le squadre e Campione d’Italia 2005 con la squadra dell’aquila.
Con lui abbiamo parlato del trittico in questione, del rapporto che avuto con i Manager di ambedue le squadre e dei suoi ricordi in maglia biancoblù.

GIDEON 12: Ciao Bazza.
STEFANO BAZZARINI: Ciao a tutti.

GIDEON 12: La prima domanda riguarda te. Giochi ancora a baseball?
STEFANO BAZZARINI: No, non gioco più a baseball. E’ stata una scelta forzata. il dolore al gomito mi ha torturato tutta la stagione e avrei dovuto fare delle ulteriori analisi per poi probabilmente fare un operazione, però come ben si sa, tutto ha un prezzo. Da studente ho preferito studiare e finire il percorso iniziato 4 anni fa. Dopo la laurea triennale in architettura conseguita due anni fa ho deciso di dedicarmi totalmente allo studio e il prossimo anno terminerò anche la specialistica sempre in architettura.

GIDEON 12: In questo weekend si sfideranno due squadre nelle quali hai militato: Rimini e Bologna. Chi vedi favorita tra le due compagini?
STEFANO BAZZARINI: Sinceramente, non sono riuscito a seguire molto il campionato quest’anno, ma da quanto ho ho visto sia Bologna che Rimini lottano per i playoff. In ogni caso la stagione è ancora lunga.

GIDEON 12: Se dovessi dire un protagonista sicuro del trittico di ambedue le squadre chi diresti?
STEFANO BAZZARINI: Davvero non saprei dirtene uno per parte, in quanto entrambe le squadre sono competitive e dotate di grandi giocatori che possono fare la differenza.

GIDEON 12: Sei stato allenato da ambedue gli allenatori che oggi siedono sulle panchine delle due squadre: Marco Nanni per la Fortitudo e Mauro Mazzotti per Rimini. Quale è stato il rapporto con l’attuale Manager della Fortitudo?
STEFANO BAZZARINI: Nanni ha tentato sempre di darmi più spazio possibile e io ho fatto sempre il possibile per non deluderlo. Devo molto a lui e a tutto lo staff tecnico e ovviamente alla società. In particolare devo ringraziare Rada (Radaelli, allenatore dei lanciatori NDR) che mi è sempre stato vicino. Mi ha sempre dato degli ottimi consigli e mi ha fatto crescere sia come giocatore che come persona.

GIDEON 12: Quale è stato invece con Mauro Mazzotti?
STEFANO BAZZARINI: Mauro mi ha portato a Bologna e mi ha seguito molto. Ha sempre preteso molto e per questo l’ho apprezzato. Mi ha dato spesso la palla in mano in situazioni delicate dimostrandomi grande fiducia.

GIDEON 12: Cosa ne pensi della stagione fin qui disputata dalla Fortitudo?
STEFANO BAZZARINI: Quest’anno ho seguito poco il campionato perchè lo studio mi prende una fetta grandissima della giornata, sommando tirocinio e università, le ore che mi rimangono sono pienamente dedicate al riposo ( e sono davvero poche). Comunque penso che potrà dire la sua sia in Europa che qui in Italia

GIDEON 12: Parlando un po di te, Come è nata la tua passione per il baseball? Chi era il tuo idolo da giovane?
STEFANO BAZZARINI: E’ un gene di famiglia, in quanto sia mio padre che mio zio ci giocavano. E’ sicuramente nel sangue e di certo non avrei mai potuto giocare a calcio (ride).

GIDEON 12: Prima di venire in Fortitudo nel 2004, hai giocato a Rimini. Cosa ti ricordi di quell’esperienza?
STEFANO BAZZARINI: L’esperienza di Rimini mi ha fatto crescere in quanto mi sono dovuto confrontare per la prima volta nella mia vita con stranieri, oriundi,veterani, giovani. Insomma una cosa nuova e per certi punti di vista difficile da comprendere, visto che provenivo da un campionato di Serie B. Il mio idolo da giovane è stato Sandro Gaiardo, in quanto oltre a venire dal mio stesso paese di nascita, l’ho sempre visto come un modello. Quando giocavo a Rimini mi è sempre stato vicino. Di conseguenza gli devo davvero molto, così come devo molto a mio padre. Senza di lui non sarei mai arrivato in serie A.

GIDEON 12: Dal 2004 al 2007 in Fortitudo, dove sei diventato anche Campione d’Italia. Cosa ti ricordi di questa importante avventura?
STEFANO BAZZARINI: Lo scudetto (passano alcuni secondi) posso dire solo che è stata un’emozione incredibile, indescrivibile. E’ stato l’unico scudetto vinto e posso dire di essere felice di averlo vinto a Bologna. Società unica, Staff unico e compagni impareggiabili. In poche parole stupendo!!

GIDEON 12: Poi la scelta di passare al Parma, dove hai lanciato solo sei riprese la scorsa stagione. Cosa non è funzionato in questa esperienza?
STEFANO BAZZARINI: Eh… l’anno di Parma. Il mio gomito, dalla prima amichevole a marzo, ha iniziato a farmi male, molto male, proprio prima dell’inizio del campionato. Sono iniziate le cure mediche e non sono mai guarito. Ora il gomito è a riposo anche se spesso si fa sentire anche nella vita quotidiana.

GIDEON 12: Andando invece oltreoceano, per quale squadra tifi di MLB?
STEFANO BAZZARINI: Beh, diciamo che gli Yankees sono tra le mie squadre preferite (ride)

GIDEON 12: Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per gli studi.
STEFANO BAZZARINI: Grazie a te.

Bazzarini

ROAD TO GROSSETO (2): BOLOGNA, GROSSETO, PARMA E NAZIONALE: PARLIAMO DI BASEBALL CON DAVIDE DALLOSPEDALE

di GIDEON 12

Questo è il suo primo anno a Parma, dopo gli ultimi tredici passati a Bologna (i primi undici) e a Grosseto (gli ultimi due). E’stato una bandiera della Fortitudo, ha effettuato spettacolari prodezze difensive e importanti giocate offensive, e tra le altre cose ha firmato record importanti come le 33 gare consecutive con almeno una valida a referto, nel 2003.
In maglia biancoblù ha vinto praticamente tutto: 2 Scudetti, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. Semplicemente un vincente. E proprio con lui abbiamo ripercorso questi anni, fino ad arrivare alla stagione attuale e più precisamente a questo fine settimana, quando proprio il Grosseto e la Fortitudo si scontreranno. E così abbiamo avuto una sua opinione in merito.
Signori e signore ecco a voi Davide Dallospedale.

GIDEON 12: Ciao Dallo. Prima di iniziare l’intervista, il sito Grandeslam ti fa le congratulazioni per il tuo matrimonio.
DAVIDE DALLOSPEDALE: Ciao a tutti e grazie mille.

GIDEON 12: Dopo due anni al Grosseto, sei passato al Parma quest’anno. Cosa ti ha spinto a ritornare in Emilia?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Dopo i problemi, ormai conosciuti da tutti, avuti a Grosseto nell’ultimo anno, mi sono liberato dalla società toscana e ho accettato subito la chiamata di una squadra ambiziosa come il Parma. Ho scelto la città ducale anche perché è vicina a dove abito e di conseguenza posso stare vicino a mia moglie.

GIDEON 12: La squadra ha investito molto nel mercato invernale, acquistando oltre a te, mazze pesanti come quelle di Johnny Carvajal e di Laidel Chapelli. Quali sono gli obbiettivi del Parma, dopo questo mercato scoppiettante?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Sicuramente puntiamo ai playoff in quanto la società è riuscita a formare un bel gruppo. Dobbiamo cercare di essere più costanti in battuta e in questo modo potremmo essere ancora più competitivi.

GIDEON 12: E della tua Fortitudo, che giudizio ti sei fatto?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Bologna parte come sempre tra le favorite per la vittoria e il valore della squadra si è già visto nella qualificazione alla Coppa Campioni dove ha schiantato tutte le avversarie.

GIDEON 12: E ora spazio ai ricordi, ripercorrendo la tua carriera in biancoblù. Sei arrivato in Fortitudo, allora in A2, nel 1997 e con una squadra imbottita di giovani avete trionfato in Coppa Italia, sbaragliando avversarie sulla carta più blasonate.
DAVIDE DALLOSPEDALE: E’ stata una grandissima emozione, perché eravamo una squadra outsider e alla fine siamo riusciti a trionfare su squadre più accreditate. Merito di un ottimo gruppo formato da “ragazzotti” come me e da grandi giocatori come Daniele Frignani e Fabio Collina.

GIDEON 12: Passano sei anni e arriviamo alla stagione 2003. La Fortitudo domina dalla prima di campionato a gara 5 delle Finali Scudetto, che vincete. Cosa ti ricordi a riguardo?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Sinceramente quella fu una stagione magica e chi se la ricorda può sicuramente confermarlo, la squadra era fantastica e fortissima e io ho avuto la fortuna di essere insieme a compagni straordinari che mi hanno insegnato e trasmesso cosa significa giocare davvero a baseball…a questo ho aggiunto una grande continuità e grande attenzione per i particolari.

GIDEON 12: Nel 2005, arriva il secondo titolo dopo una stagione epica. Nella finale la Fortitudo era sotto per 3 a 2 e nel giro di 12 ore avete recuperato due e gare e vi siete laureati campioni. Come è stata la preparazione a livello psicologico per due gare di questo genere e importanza? Dopo l’ultimo strike out di Matos, cosa hai pensato?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Anche la stagione 2005 fu straordinaria proprio per l’epilogo che ebbe; sapevamo di essere una grande squadra e questa convinzione non ci ha mai abbandonato, neanche dopo gara 5.

GIDEON 12: Il 2005 è stato anche l’ultimo anno sulla panchina biancoblù del manager Mauro Mazzotti, che successivamente hai ritrovato a Grosseto per due stagioni. Visto che è stato tuo allenatore per molto tempo, quale è stato il tuo rapporto con Mazzotti?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Il mio rapporto con Mauro e’ stato sicuramente molto produttivo nel senso che insieme abbiamo vinto ben 3 scudetti e a lui devo la mia maturazione nel giocatore che sono oggi. Gli auguro tanti altri successi.

GIDEON 12: Finita la stagione 2006 si è conclusa anche la tua avventura a Bologna, in quanto nel 2007 sei passato al Grosseto. Lasci un qualche rimpianto qui a Bologna?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Penso che ci sia un tempo per ogni fase della vita; a Bologna ho trascorso 11 anni della mia vita, anni stupendi e il ricordo di quei momenti nessuno riuscirà mai a portarmelo via. L’unico vero rimpianto che ho riguarda i miei compagni di squadra, amici che ho lasciato e che hanno fatto la differenza nella mia vita e per questo non smetterò mai di ringraziarli.

GIDEON 12: Hai giocato in due realtà importanti come quelle di Bologna e Grosseto. Che differenze hai potuto riscontrare tra le due?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Bologna e Grosseto sono due realtà molto diverse, uniche nei loro generi; a Bologna il baseball e’ vissuto in modo più rilassato e sicuramente meno frenetico, il Falchi e’ paragonabile a un accogliente teatro in cui un tifoso si reca per assistere ad uno spettacolo; ho sempre amato questo aspetto di giocare a Bologna e anche per questo mi sono sempre sentito come a casa.
Grosseto vive il baseball in modo più passionale, sui giornali locali e nelle tv maremmane; la pressione e’ più forte ma questo ha anche i suoi aspetti positivi, e cioè giocare allo Jannella con l’adrenalina e’ qualcosa di difficilmente descrivibile.

GIDEON 12: Sei un pilastro della nazionale italiana, con la quale hai giocato ambedue i World Baseball Classic, nel primo come comprimario, nel secondo da protagonista. Quali sono state le differenze che hai incontrato nelle due edizioni?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Come sempre la prima volta rimane sempre più impressa nella mente perché rappresenta una novità. Nella seconda edizione abbiamo avuto la possibilità di giocare in uno stadio di Major League e già questo fatto ha fatto la differenza; in più mi sento di ringraziare il manager Mazzieri a nome di tutti i giocatori italiani per la possibilità concreta che ci e’ stata data di giocare contro stelle di prima grandezza come sono quelle affrontate al WBC.

GIDEON 12: In questa ultima edizione, hai battuto valido contro il Canada, contro un lanciatore di Major League come Perkins e facendo splendide giocate difensive. Cosa hai provato in quella situazione?
DAVIDE DALLOSPEDALE: E’ sempre difficile spiegare cosa si prova in quei momenti…mentre giocavo comunque, a parte la tensione iniziale, ho sempre provato a concentrarmi sulla partita ed affrontarla come se fosse una gara normale di campionato…facile a dirsi, molto difficile a farsi…ovviamente.

GIDEON 12: Rimanendo sempre oltreoceano, parliamo di MLB. Per quale squadra tifi? Chi è il tuo giocatore preferito?
DAVIDE DALLOSPEDALE: Tifo New York Yankees e mi piace moltissimo Ian Kinsler, seconda base dei Texas Rangers.

GIDEON 12: Infine, ecco l’ultima domanda. Come è nata la tua passione per il baseball? Chi era il tuo idolo da giovane?
DAVIDE DALLOSPEDALE: La mia passione per il baseball mi e’ stata trasmessa da mio padre e quando ero ancora un ragazzino ricordo che andavo sempre a Parma a vedere le partite di A1 e mi piaceva molto Rigoli…e’ stato incredibile poterci giocare insieme anni dopo…

GIDEON 12: Grazie mille per la disponibilità.
DAVIDE DALLOSPEDALE: Grazie a te.

DALLOSPEDALE GARA 6 FINALI 2005

DAVIDE DALLOSPEDALE DURANTE GARA 5 DELLE FINALI SCUDETTO 2005

DIEGO BONCI SALUTA TUTTI I TIFOSI BIANCOBLU’ CON QUESTA INTERVISTA

di GIDEON 12

 

Ha zittito uno dei pubblici più caldi dell’intera IBL, colpendo il suo primo fuoricampo allo Jannella di Grosseto e portando la Fortitudo in Europa con questo grande gesto tecnico. E’ stato autore di pregevoli giocate difensive nei suoi quattro anni a Bologna e di valide importanti ma a parte le gesta sportive, è ricordato da tutti i tifosi per il suo impegno e per la sua dedizione al lavoro, a migliorarsi in ogni occasione. Diego Bonci, dopo quattro anni di biancoblù, è tornato a casa ed è protagonista del campionato di A2, con l’Unione Picena. Ma il suo amore verso la Fortitudo è rimasto invariato, come lo stesso esterno ci racconta in questa intervista.

 

GIDEON 12: Ciao Diego.

DIEGO BONCI: Ciao a tutti.

 

GID 12: E’ iniziata la stagione 2009, e non fai più parte della Fortitudo Baseball. Per quale motivo? Scelta societaria o scelta personale?
DIEGO BONCI:Una scelta dovevo farla perché ho terminato gli studi a Bologna e non era così automatico come gli altri anni che rimanessi. La scelta è stata mia personale, però dettata dal fatto che nel momento in cui dovevo scegliere se rimanere, e sarei rimasto più che volentieri, le difficoltà in cui si è trovata la società quest’inverno non mi hanno permesso di potere restare.
 
GID12: Dopo quattro anni non sei più un giocatore Fortitudo. Cosa ricorderai di questa esperienza?
BONCI: Sicuramente i quattro anni di baseball più belli della mia vita. L’ho già detto ai ragazzi che sono sicuro che nessun’altra squadra sarebbe riuscita a darmi così tanto.
 
GID12: Ora in che squadra giochi?
BONCI: Sono con l’Unione Picena in A2. Hanno buone risorse, ma tanto ancora da lavorare. Stanno cercando di costruire qualcosa di più importante e mi piace fare parte di un progetto così ambizioso per la nostra realtà locale. Quest’inverno, nel momento in cui dovevo decidere cosa fare loro mi hanno offerto più garanzie e l’opportunità di avvicinarmi a casa (Cupramontana è a neanche un’ora di strada). La Fortitudo era nella situazione difficile che sappiamo e che spero abbia risolto per il meglio.
 
GID12: Si sono giocati i primi due weekend della nuova stagione dell’IBL. La Fortitudo dopo un inizio difficile è riuscita a vincere due gare importantissime contro il Nettuno. Come vedi la nuova Fortitudo?
BONCI: Il gruppo non è stato stravolto ed è sempre eccezionale e capace di tutto, poi mi hanno detto che i nuovi sono bravi. Sicuramente l’anno scorso avevamo una squadra troppo forte, per quello che abbiamo fatto vedere per un po’ addirittura più forte della Fortitudo degli ultimi due scudetti. Ma magari la ricetta vincente è proprio questa: non partire favoriti, lottare per entrare nei playoff senza rilassarsi, raggiungerli magari all’ultima giornata e poi…
 
GID12: Ti senti ancora con qualche ex compagno?
BONCI: Beh certo, spero anche di poter essere a qualche grigliata quest’anno…
 
GID12: Infine l’ultima domanda. Abbiamo saputo della tua laurea e ci congratuliamo con te. Oltre a giocare, cosa fa Diego Bonci non giocatore?
BONCI: Fino a settembre faccio il giocatore di baseball e coltivo bene i miei interessi, cose che l’università e un lavoro a tempo pieno non ti permettono di fare come vorresti… Prima o poi però dovrò iniziare a lavorare, intanto mi guardo bene intorno.

 

GID12: Grazie mille per la tua disponibilità.

BONCI: Grazie a te.

 

Bonci

 

                     DIEGO BONCI