LO SPLENDIDO TIFO NELLA MAJOR LEAGUE E LA RIVALITA’ NEW YORK YANKEES&BOSTON RED SOX

da New York (USA), ROBERTO MANTOVANI

In Major League è sempre spettacolare andare a vedere le partite al campo, per la sportività tra il pubblico e per l’atmosfera che si respira. E’ un pò diverso allo Yankee Stadium di New York quando un tifoso dei Boston Red Sox mette piede nella zona più calda…

Quando si tratta di organizzare un viaggio negli Stati Uniti, è impossibile trattenersi nell’andare ad aprire la pagina web della Major League e consultare la sezione “Regular Season Schedule”, per cercare di far combinare certe giornate!
Probabilmente mia moglie ha “nasato” ed intuito qualcosa…perché mi dice sempre: “Guarda che strana coincidenza….dovunque si vada, c’è sempre una partita di BASEBALL da vedere”. Ma questa cosa ha contagiato anche lei. Ora pretende di venire a vedere “il Baseball”, e ne è entusiasta. Non apprezza in pieno il gesto tecnico, ma gode del clima partita, del pubblico, della tensione, delle pause.
Quindi, deciso in linea di massima il giro da fare, le località da visitare basta avere sotto mano la stampata del calendario MLB per capitare e “per caso” in una città dove “guarda bene, c’è una partita”!
Il piacere di vivere lo sport all’americana, cioè con un senso sportivo sconosciuto a noi italiani, è indescrivibile ed entusiasmante ogni volta, anno dopo anno.
Il piacere di trascorrere una serata di Baseball, seduto allo stadio, con alla tua destra un tifoso di una squadra ed alla tua sinistra l’acerrimo suo nemico tifoso dell’altra…tutto così serenamente…tutto così sportivamente senza pericoli: ma quando mai può succedere nei nostri stadi dello sport nazionale?
E’ con questo spirito che io, puntualmente vado a vedermi il Baseball, ovunque negli States, sempre col cappellino della mia squadra del cuore, con il logo dei Red Sox e la B di Boston ben in vista.
Che sia Houston Astros – Texas Rangers, o Tampa Bay Rays – Baltimore Orioles oppure Toronto Blue Jays – Cincinnati Reds se non NY Mets – Colorado Rockies, non importa, sei sicuro di goderti il Baseball in tutta la sua sportività sia in campo, sia sugli spalti.
Ho vissuto una calda eccezione nell’aprile 2004 a New York nel vecchio Yankees Stadium.
Si arrivava da un “sentito” finale di stagione 2003, come al solito tra Red Sox e Yankees, che aveva visto come di consueto i giocatori di New York beffare i pivelli di Boston, così da prolungare la famosa maledizione e portarla alla quota di ben 86 anni di sconfitte, ovvero a 86 stagioni senza la vittoria delle World Series.

Era il 2004, un anno destinato a diventare “importante” e nell’aria si respirava questa sensazione.
Io, mi vado a sedere nel settore “bleaches”, ( buona grazia aver trovato un biglietto anche se con una vista non ottimale), una zona “calda” solitamente occupata dai tifosi più scorbutici, quelli con la birra e la parolaccia facile…
E’ qui, sulle panche dei “bleaches” che si danno appuntamento i più calorosi e coloriti newyorkesi, quelli viziati dalle tante, troppe vittorie, quelli che fanno fatica a digerire la sconfitta, quei tifosi Yankees dal tono di voce insolitamente alto, quelli che ostentano magliette dalle scritte politically incorrect, quelli col più alto tasso alcolico, quelli che godono nel bersagliare oralmente l’ outfield avversario per tutta la partita. E’ sempre è qui che si radunano i “Boston-Haters” più incalliti, qui si respira la rivalità con Boston.
E’ qui che si può verificare la nomea di New York, la città meno educata d’America, quella più diretta, quella più sincera, più spietata, più vincente.
E’ qui, su queste panche, che capisci del perché di certe “buzze” gonfie dalla troppa birra, è qui che capisci del perché i Walmart hanno 2 file dedicate agli antiacidi, antireflusso e digestivi .
Le partite tra Yankees e Red Sox rappresentano la storia ed il cuore del Baseball, bisogna esserci per capire e viverne i suoni, gli odori, le emozioni, le passioni.
I miei vicini di posto, Yankees-fan, indossavano fieramente un cappellino con la scritta “1918” (una bella presa in giro dedicata ai rivali di Boston, perché ricorda loro l’anno dell’ultima vittoria nelle World Series…..), mentre l’altro sfoggiava una maglietta con la scritta “Boston Sucks”, (e qui non servono traduzioni).
Eravamo un centinaio circa in quel settore con il cap dei Red Sox e siamo stati bersaglio di “simpatiche” frasi, che di sicuro non provenivano da un’educazione “Montessori style”.
Quando, ad un certo punto della partita, i troppi punti che stavano subendo i cugini Yankees e la troppa birra che scorreva a fiumi mi sono convinto, visto il salire della “tensione” a cambiare panca e ad occultare il mio cappellino con la “B”… proprio mentre un paio di energumeni nei paraggi venivano alle mani.

Ma quello era il 2004, l’anno della svolta, l’anno della cancellazione della maledizione, l’anno del “Reverse of the curse of the Bambino”, l’anno che i tifosi Yankees non ricorderanno volentieri!
Questo è stato un episodio che non rappresenta il mondo del Baseball negli stadi USA, si tratta di una eccezione che conferma la regola della sportività, del vivere la passione per la tua squadra senza attaccare il tifoso avversario.
In tutti gli altri stadi, in tutte le altre partite che ho avuto il piacere di gustarmi LIVE, ho indossato i simboli della mia squadra, senza nessun problema.
Vista la mia educazione sportiva ricevuta dalle nostre parti, rimane sempre in me, all’inizio, un po’ di timore accomodarmi a fianco di tifosi avversari ( immaginatevi per esempio un tizio vestito con i colori della Roma, sedersi nella curva della Lazio….) ma la mia tensione-italiana iniziale viene subito cancellata dal fair play made in USA.
Il piacere di ricevere un applauso, un “High-Five”, un sorriso dal tuo vicino-rivale quando lo stesso ha appena subito un fuoricampo dalla MIA squadra, non lo puoi descrivere…. METTE I BRIVIDI.
Ti spiazza, ti scioglie, ti commuove. Questo è il Baseball.
Ne ho avuto una piacevole conferma, quest’anno, quando sono tornato nello stadio rivale per eccellenza, lo Yankee-Stadium indossando la giacca Red Sox.
Non ero certo nel settore “Bleaches”, ma ho girato tutto lo stadio tra gli Yankees-fan tranquillamente, ricevendo in cambio solo qualche sfottò, qualche sorriso, qualche innocuo “Bleah”, qualche “Sucks”, qualche “Good Job”, senza la tensione che temevo, senza cattiveria, solo ironici e simpatici commenti.
SPETTACOLO. Totale e godurioso SPETTACOLO.
Mi stavo facendo prendere la mano, da questa sana euforia sportiva, tanto da entrare nel negozio “YANKEES-TEAM-STORE” con l’intenzione di chiedere se avevano in vendita un cappellino con la “B” davanti. Ma ho lasciato stare (non esageriamo, dai…).

3 Risposte

  1. Ho sempre detto che gli Stati Uniti hanno di buono solo due cose: la cultura sportiva e l’aver inventato il Rock’n’Roll 🙂
    Ogni volta che guardo una partita su espn riesco sempre a sorprendermi dall’atmosfera sugli spalti, famiglie con neonati, ragazzini, gruppi di vecchiette con le bandierine della propria squadra. Cose fuori dal mondo per noi italiani. Per non parlare poi dei coach o giocatori che durante l’incontro rispondono allegramente al microfono dei giornalisti. Come qua proprio ….
    ( mi piacerebbe inserire questo bell’articolo nel mio blog e spammarlo, con la fonte originale naturalmente in bella evidenza. Si può?)

    • Certo. Quando si prendo articoli da altri siti l’importante è mettere l’autore dell’articolo e il sito da cui si prende. Quindi fai pure :).

  2. […] Lo splendido tifo della Major League e la rivalità Yankees-Red Sox by iguano on maggio 18th, 2011 at 14:27 Posted In: Generico, Sport Tweetda New York (USA), ROBERTO MANTOVANI […]

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